Da sempre, l’essere umano è affascinato dalla scommessa e dal rischio. Ma cosa c’è dietro questa attrazione così potente? Perché l’incertezza di una scommessa può essere così irresistibile? La risposta si trova in una complessa interazione di meccanismi cerebrali, emozioni e bias cognitivi. Capire questi meccanismi aiuta a giocare in modo più informato e a riconoscere i potenziali rischi.
La dopamina è il neurotrasmettitore chiave: casino (www.fisioterapiaemozionale.it) è legata alla sensazione di piacere e al circuito della ricompensa.
Quando scommettiamo, il nostro cervello non rilascia dopamina solo quando vinciamo, casino (http://www.fisioterapiaemozionale.it/casino/sportaza-casino/) ma soprattutto durante l’attesa del risultato. L’incertezza del risultato, la sensazione di aver quasi vinto, e gli stimoli audiovisivi dei giochi sono tutti elementi che amplificano questa reazione chimica, generando eccitazione. Questo meccanismo spiega perché il gioco possa essere piacevole anche quando si perde.
Accanto agli aspetti neurochimici, esistono delle distorsioni del pensiero, i cosiddetti bias cognitivi, che condizionano le nostre decisioni di gioco.
Fino a quando questi processi mentali rimangono confinati in un’attività di svago gestita consapevolmente, non rappresentano un problema. I problemi iniziano quando il gioco cessa di essere una scelta e diventa un bisogno, quando si inizia a inseguire le perdite o quando il gioco viene usato come una fuga dalla realtà. Conoscere questi bias cognitivi è fondamentale per un approccio al gioco sano e per capire quando è necessario prendersi una pausa.
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